Il cane e la luna su Picturebook Makers
Qualche giorno fa, il sito Picturebook Makers, ha pubblicato un'articolo che parla del mio lavoro e del mio libro. Di seguito ho postato la sua traduzione in italiano.
Un paio d'anni fa, seduta
al mio tavolo di lavoro, provavo una nuova tecnica. Scarabocchiando
con la matita, mi venne voglia di disegnare un cane. Venni colta da
un' immagine ben precisa: un piccolo cane con un cappello rosso e un
colletto di a balze simile alla maschera di Pierrot. Lo ritrassi.
Immaginai un tendone del circo alle sue spalle, e senza rendermene
conto, avevo già un pezzetto di storia, e la copertina del libro
Mi affezionai subito al
personaggio, provai a ritrarlo in diverse situazioni. Iniziai a
chiedermi chi fosse, da dove venisse e dove stesse andando; mi
lasciai trasportare dall'immagine. Lo immaginai fuggire da un circo
e partire all'avventura con un vecchio carretto e una luna di
cartapesta.
“Perchè mai un cane
dovrebbe portarsi appresso una luna di cartone?” mi chiedevo. Forse
sta fuggendo da qualcosa o da una situazione.....ero certa che il
piccolo cane fosse innamorato della luna. E forse, fuggiva proprio
per salvare la sua bella da un triste destino. La disegnai. Feci
diverse prove, una di queste assomigliava molto alla luna di Méliès
in Le Voyage dans la lune, e capii che la luna nel carretto doveva
essere esattamente “quella luna”.
Ragionando
sull'aspetto psicologico dei personaggi mi resi conto che il loro,
era un rapporto a senso unico: il cane poteva amare la luna,
ma questa (essendo di cartone) non poteva dare nulla in cambio al
cane. Il piccolo Pierrot meritava di più: un'anima gentile e
innocente come lui, che lo accogliesse, un bambino. Decisi così che
un bimbo, trovandolo triste e stanco ad un angolo di strada, lo
avrebbe preso con se e si sarebbe preso cura di lui. Con il bambino
il cane avrebbe trovato il suo posto nel mondo.
E la luna? Anche lei
doveva avere un destino. A suo modo, anche lei, aveva bisogno di
essere accolta. Perciò pensai che potesse essere Melies stesso a
trovarla, e a fare di lei una stella del cinema. Come per il cane,
anche per la luna, un nuovo posto nel mondo.
Inizialmente, quando
molti aspetti del libro dovevano ancora definirsi, provai a scrivere
il testo ma senza riuscirci. Avevo ben chiare le immagini, le
sequenze, ma non le parole. Nella mia mente si fece largo l'ipotesi
di fare un libro senza testo. Pensando a Melies e al riferimento con
il cinema muto, l'esigenza di fare un libro senza parole acquistò
più significato.
Riguardai tutti i
cortometraggi di Melies e alcuni film di Chaplin, in particolar modo
“Il circo”. Le immagini in bianco e nero e il cinema muto, hanno
sempre avuto su di me un fascino incredibile e senza tempo. Studiai
le inquadrature e la grafica delle scene di testo nel cinema muto,
che poi decisi di utilizzare anche per il libro.
Disegnai lo storyboard e
preparai tre definitivi. Utilizzai la tecnica delle matite colorate e
della grafite. Anche se richiede diverse ore di lavoro, amo
particolarmente questa tecnica, perchè mi permette di gestire le
sfumature, di giocare con le luci e le ombre, e di curare i dettagli.
Preparai una lettera di presentazione e spedii tutto ad Orecchio
Acerbo editore che decise di pubblicare il libro. La sua lavorazione,
in particolar modo quella dei definitivi, ha richiesto diversi mesi
poiché la tecnica richiede molto tempo e il libro contiene un buon
numero di pagine.
Il cane e la luna è il
mio primo libro e con esso ho scoperto aspetti, anche del mio
processo creativo, che prima non conoscevo. Ho capito, ad esempio,
che per me una nuova storia inizia molto più facilmente con le
immagini che con le parole. Nella mia mente, le immagini, vanno
formandosi in sequenza come i fotogrammi di un film, prima ancora che
la storia cominci. Lavorando senza testo (o quasi) mi sono divertita
ad utilizzare i personaggi, le inquadrature e i dettagli per
costruire la narrazione. Ho scoperto che il silent book ha una
lettura solo apparetnemete più veloce, rispetto al classico albo
illustrato. Per goderne appieno, infatti, il lettore deve
necessariamente soffermarsi a lungo sulle illustrazioni, scoprirne i
particolari, e i sentimenti raccontati dalla sola gestualità dei
personaggi. Attraverso le immagini lasciarsi condurre, in silenzio,
all'interno della vicenda.
Lavorare ad un libro
senza parole è stata una bella sfida che non solo mi ha insegnato
moltissimo, ma che mi ha anche permesso di ritrovare il fascino
potente della narrazione per sole immagini, che ogni volta mi
sorprende nel cinema muto.
Hi Alice, I am in the U.S. Is there someplace here where I can purchase your book. I love it! Thank you, Ellen
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